Premessa: ho scritto il post, mi piaceva. Mentre copiavo il testo dei Bluvertigo che troverete alla fine, ho cancellato tutto. L'ho riscritto. Non lo rileggo perchè so già che non è come il primo.
Crisi. Parola cui ognuno da la propria accezione. Le mie crisi (intese antropologicamente come un rituale di passaggio) sono state tante e lunghe. Anzi una crisi latente è sempre presente, la sento.
Si manifesta quando non trovo più soluzioni in me.Di certo non le si trovano altrove e allora si spezza ogni equilibrio. Ci si distacca dalla situazione originaria, si abbandona la società, la famiglia...il mondo. Si taglia ogni legame finché non si resta sospesi in un limbo, in un non luogo. Tutto è interrotto. In questa fase però tutto è possibile, esiste solo il congiuntivo non ci sono altri tempi. La fantasia è realtà si può decidere di essere chiunque. Alla fine si rientra nel mondo. Ci si reintegra. Certo il cambiamento c'è stato. Si può assumere un nuovo status, un nuovo ruolo, ci si può attribuire anche un'altra forma. Ci si plasma. Il senso di onnipotenza che da la crisi, a mio avviso, è dato dal fatto che in questo preciso momento siamo noi a giocare con noi stessi modellandoci come fossimo plastilina. Non sono gli eventi che ci plasmano, gli eventi possono causare la crisi ma siamo noi a decidere che piega darci.
Nel mio caso la maggior parte delle volte cerco di rientrare a contrasto in quella che ero già. Ci sono delle costanti che tengo ben stretta e che cerco di mantenere. Non posso tenerle al di fuori, lontane dall'uragano ma almeno alla fine cerco di riassestarle.
E'stuzzicante, però scorgere questo cambiamento negli altri, seguirne e le fasi e sperare che la situazione si stabilizzi lestamente. Osservare il cambiamento, la metamorfosi è sempre affascinante. La curiosità e l'eccitazione dell'evoluzione, dell'innovazione si affiancano purtroppo all'angoscia di capire quanto di quel bozzolo, di quelle spoglie che verranno gettate ti investiranno ma soprattutto si abbina alla smania di scoprire di essere tu una costante, un punto fermo nella burrascosa crisi dell'altro.
a questo punto, signore e signori, vorrei canticchiare "la crisi" dei Bluvertigo ma mi limito a mettere il testo :)
Sto vivendo una crisiCrisi. Parola cui ognuno da la propria accezione. Le mie crisi (intese antropologicamente come un rituale di passaggio) sono state tante e lunghe. Anzi una crisi latente è sempre presente, la sento.
Si manifesta quando non trovo più soluzioni in me.Di certo non le si trovano altrove e allora si spezza ogni equilibrio. Ci si distacca dalla situazione originaria, si abbandona la società, la famiglia...il mondo. Si taglia ogni legame finché non si resta sospesi in un limbo, in un non luogo. Tutto è interrotto. In questa fase però tutto è possibile, esiste solo il congiuntivo non ci sono altri tempi. La fantasia è realtà si può decidere di essere chiunque. Alla fine si rientra nel mondo. Ci si reintegra. Certo il cambiamento c'è stato. Si può assumere un nuovo status, un nuovo ruolo, ci si può attribuire anche un'altra forma. Ci si plasma. Il senso di onnipotenza che da la crisi, a mio avviso, è dato dal fatto che in questo preciso momento siamo noi a giocare con noi stessi modellandoci come fossimo plastilina. Non sono gli eventi che ci plasmano, gli eventi possono causare la crisi ma siamo noi a decidere che piega darci.
Nel mio caso la maggior parte delle volte cerco di rientrare a contrasto in quella che ero già. Ci sono delle costanti che tengo ben stretta e che cerco di mantenere. Non posso tenerle al di fuori, lontane dall'uragano ma almeno alla fine cerco di riassestarle.
E'stuzzicante, però scorgere questo cambiamento negli altri, seguirne e le fasi e sperare che la situazione si stabilizzi lestamente. Osservare il cambiamento, la metamorfosi è sempre affascinante. La curiosità e l'eccitazione dell'evoluzione, dell'innovazione si affiancano purtroppo all'angoscia di capire quanto di quel bozzolo, di quelle spoglie che verranno gettate ti investiranno ma soprattutto si abbina alla smania di scoprire di essere tu una costante, un punto fermo nella burrascosa crisi dell'altro.
a questo punto, signore e signori, vorrei canticchiare "la crisi" dei Bluvertigo ma mi limito a mettere il testo :)
e una crisi c'è sempre ogni volta che qualcosa non va
sto vivendo una crisi
e una crisi è nell'aria ogni volta che mi sento solo
so che rimarrò distratto per un po'
quindi rimarrò altrettanto distante
quando inizia una crisi è un po' tutto concesso
quasi come a carnevale
quando è in corso una crisi dimentico tutto
e posso farmi perdonare
so che rimarrò un po' assente da scuola
e forse non andrei nemmeno al lavoro
quando arriva una crisi riaffiorano alcuni ricordi
che credevo persi
cosa penso di me cosa voglio da te
dove sono cosa sono e perchè
ho il sospetto che non sia un buon esempio
camminare a un metro e mezzo da terra
molto spesso una crisi è tutt'altro che folle
è un eccesso di lucidità
sta finendo la crisi e ogni volta che passa una crisi
resta qualche traccia
infatti ultimamente rido per niente
e non mi nascondo più facilmente
e malgrado sembri male
cambia solo il modo di giudicare